Interface: un “ambulatorio virtuale” per le persone che vivono con l’HIV
Ecco l’app per aumentare l'interazione da remoto e il monitoraggio della patologia e del rischio da COVID-19
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L’emergenza sanitaria derivante dalla pandemia da COVID-19 ha evidenziato difficoltà di accesso alle strutture sanitarie e problemi di gestione dei pazienti a rischio affetti da malattie croniche, quale l’infezione da HIV (Human Immunodeficiency Virus), suggerendo la necessità di nuovi metodi di interazione con i pazienti. Una possibile soluzione è stata studiata presso il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, che sta sperimentando l’utilizzo di un’applicazione per smartphone che consente di ricevere dai pazienti stessi una serie di dati e informazioni utili al personale sanitario per monitorare a distanza il loro stato di salute complessivo.
L’applicazione permette inoltre di individuare precocemente i sintomi di un’eventuale infezione da COVID-19, così da attivare le procedure sanitarie opportune e ridurre il rischio di un ulteriore contagio anche all’interno della struttura ospedaliera in cui il paziente è in cura. Si tratta di una nuova versione dedicata del protocollo GENERATOR Tracer RT già realizzato e in uso per il monitoraggio a distanza dei pazienti oncologici in terapia radiante, messo a punto dal centro di Radioterapia Oncologica (noto anche come Gemelli ART – Advanced Radiation Therapy) del Dipartimento di Diagnostica per Immagini, Radioterapia Oncologica ed Ematologia dello stesso Policlinico Gemelli.
INTERFACE, un nuovo “ambulatorio virtuale”
Questo protocollo di ricerca, denominato INTERFACE, è stato elaborato dall’Unità Operativa Malattie Infettive del Dipartimento Scienze di Laboratorio e Infettivologhe del Policlinico Gemelli, diretta dal Prof. Roberto Cauda. In pratica, tramite una app il paziente riceverà sul suo smartphone una serie di questionari periodici che, anche grazie ad algoritmi di Intelligenza Artificiale, consentiranno alla struttura sanitaria di valutare in tempo reale lo stato di salute della persona e la sua qualità di vita, al fine di attivare interventi misurati sul paziente stesso e al paziente di ricevere notifiche con informazioni utili. L’utilizzo dell’app non si sostituisce al regolare percorso di cura ma consente di integrarlo, offrendo un’assistenza continuativa in grado di intercettare e risolvere quanto prima eventuali problematicità anche in questa fase pandemica.
“Sarà una sorta di ‘ambulatorio virtuale’, che ci consentirà di demedicalizzare per quanto possibile la vita del paziente cronico con HIV, mantenendo uno stretto contatto anche in condizioni di impossibilità di svolgere visite in presenza, con incontri via web ‘on demand’ in caso di comparsa di sintomi fisici o di problematiche psicologiche, che in questa fase di pandemia possono avere un impatto rilevante sulla qualità della vita delle persone con HIV”, spiega la Dott.ssa Antonella Cingolani, ricercatore dell’Istituto di Clinica delle Malattie Infettive del Policlinico Gemelli e responsabile del progetto.
Questo sistema di monitoraggio è stato sviluppato a partire dalla piattaforma “Healthentia”, la cui licenza d’uso è stata donata al Policlinico Gemelli dalla società belga Innovation Sprint Sprl e si inserisce nel progetto Gemelli Generator. Il Gemelli Generator è un nuovo centro multidisciplinare all’avanguardia nato per la valorizzazione delle competenze del Policlinico Gemelli e del patrimonio di dati clinici e reali allo scopo di realizzare progetti e soluzioni innovative a supporto della ricerca e della pratica clinica.
Parte lo studio su mille pazienti
Per la validazione del protocollo di ricerca INTERFACE, a partire dal gennaio 2021 sarà avviato uno studio su circa mille pazienti cronici con infezione da HIV in cura presso il Policlinico Gemelli di Roma. Ciascun paziente utilizzerà la app con il suo smartphone per rispondere ai questionari inviati dagli operatori sanitari o per segnalare autonomamente sintomi o malesseri. A questi dati, sarà anche possibile integrare altre informazioni, come l’eventuale mancato ritiro dei farmaci previsti per la terapia presso la farmacia interna del Policlinico. “Grazie a questo nuovo protocollo, sarà possibile integrare e ottimizzare il sistema assistenziale”, sottolinea la dott.ssa Cingolani. “Il medico curante, sia nel caso delle visite programmate in presenza, sia in remoto, potrà infatti contare sull’intero database relativo al paziente, con tutte le informazioni aggiornate sulla sua situazione sanitaria, sull’aderenza alla terapia, sugli esami di laboratorio e sull’esito delle visite precedenti, sulla qualità della vita, individuando precocemente specifici alert di salute fisica e mentale”.
Anche gli alert per l’emergenza COVID-19
L’utilizzo del protocollo di ricerca INTERFACE consentirà anche di monitorare lo stato di salute dei pazienti cronici con infezione da HIV in relazione alla pandemia da COVID-19, consentendo di individuare precocemente un eventuale contagio. Le risposte ai questionari, soprattutto relative a specifiche sintomatologie compatibili con il coronavirus (febbre, tosse, difficoltà respiratorie, ecc.), potrebbero infatti attivare un alert automatico, consentendo così al medico di orientare immediatamente il paziente ad una quarantena in casa oppure all’accesso in ospedale.